L’autore, Seconda metà del Trecento. La Montagna Bolognese e la sua gente attraversano una profonda crisi economica e sociale. Scompaiono gli antichi feudatari e si afferma il ceto borghese. Crollano i castelli e le torri. Spariscono i vecchi borghi e ne sorgono di nuovi. Sopra uno sfondo dalle precise connotazioni storiche, s’innesta il romanzo della famiglia Marsili, di Andrea e di Clara, gente semplice e povera che lascia i campi e i boschi per cercare una vita migliore. Quando Giuseppe e Lisa Marsili si sposano, nel 1373, sono convinti che la loro povera vita non cambierà mai, divisa per sempre tra il castagneto e il campicello come quella dei padri e dei nonni. In realtà, mentre la crisi si farà sentire pesantemente nella Montagna Bolognese, accompagnata da guerre, epidemie e carestie, e travolgerà gli antichi signori feudali, i due giovani sapranno tenere alta la testa, sopravvivere e, addirittura, migliorare le proprie condizioni sociali ed economiche. Insieme a molti altri volonterosi che emigrano dai paesi d’origine in cerca di lavoro, la famiglia Marsili scenderà nella valle del Reno, dove scaturiscono sorgenti d’acqua termale, che la leggenda vuole abbiano restituita la salute a un bove destinato a morte certa. Col lavoro e la perseveranza, i Marsili contribuiranno a creare dal nulla un piccolo borgo che diverrà celebre negli anni col nome di Bagno della Porretta. Il romanzo, fondato su precise basi storiche, è un affresco della Montagna coi suoi borghi, i suoi castelli, la sua gente, i suoi drammi.
Nelle intenzioni dell’autrice, questo libro costituisce il primo capitolo della storia dei Marsili, dei loro figli, nipoti e pronipoti. A questo seguirà un secondo volume concernente le vicende che si snoderanno per tutto il secolo successivo e che vedranno il fiorire delle neonate Terme, la costituzione della contea della Porretta, per concludersi con un ultimo capitolo dove verrà narrato il dramma della bella contessa Nicolosa Sanuti.